Le origini del tango risalgono alla fine del XIX secolo, quando diverse influenze culturali, tra cui quelle europee, africane e indigene, si mescolarono nei quartieri popolari di Buenos Aires. Inizialmente, il tango era suonato da musicisti di strada e ballato nei bordelli e nei caffè. Con il passare del tempo, il tango si è evoluto, guadagnando popolarità e riconoscimento a livello internazionale. Alla fine del XIX secolo, molti veneti emigrarono in Argentina, coincidendo con la nascita del tango. Questa ondata migratoria creò un intreccio culturale unico, con possibili influenze delle tradizioni musicali venete sul tango nascente. Alcune melodie e ritmi del tango affondano radici nelle ballate e danze popolari venete, contribuendo alla ricchezza di questo genere musicale. Diversi artisti di origine veneta hanno lasciato un’impronta significativa nel tango. Oltre a Mario Battistella e Alberto Marino, figure come Enrique Santos Discépolo, autore di famosi tanghi, avevano origini venete. Questi artisti hanno contribuito a plasmare il tango, portando con sé elementi della loro eredità culturale e creando un ponte tra le due culture.
Il progetto, realizzato con i fondi del bando “Iniziative di promozione e valorizzazione dell’Identità Veneta” finanziato dalla Regione Veneto (L.R. 3/2003, art. 22) contribuisce alla riscoperta del patrimonio culturale e artistico della nostra Regione. Oltre alla partecipazione di docenti di Conservatorio e Università, Veneto Tango si avvale della preziosa collaborazione di Mirko Satto, rinomato bandoneonista veneto, allievo di Juan José Mosalini ed erede artistico di Astor Piazzolla. La sua presenza arricchisce il progetto di autenticità e profondità artistica, essendo considerato uno dei “Top Ten” interpreti di questo genere musicale.
SELEZIONE BRANI “VENETO TANGO”
(nota critica del Prof. Ferdinando Fava, Università di Padova)
La scaletta scelta vuole indicare i due processi di integrazione di cui il tango è effetto e strumento: nella musica nella seconda metà dell’800 cristallizza la fusione di ritmi africani, spagnoli e americani. Il segno di questa integrazione sono i corpi danzanti, il corte e la quebrada. L’integrazione ritmica la fanno i corpi danzanti. È un processo di fatto corporeo che si produce nei margini non santi della città e così si comprende la resistenza che incontra nella sua accettazione. I primi pezzi attestano il primo processo di integrazione nella relazione delle diversità etnoculturali di Buenos Aires, e il secondo, nella prima metà del Novecento, integrazione che si compie nei testi, che ripresentano la geografia urbana e la elaborazione dei conflitti che il vivere le differenze comporta. La seconda presenta il contributo di due autori veneti al secondo processo, Mario Battistella e Alberto Marino. Il tango per sua natura non è codificato e chiuso, è sempre in divenire.
Al piez de la Santa Cruz: Del 1934 è l’irruzione del sociale nella letra del tango. Una meditazione dalla parte dei “poveri”, i “vecchi” che chiedono ragione ai piedi della Santa Croce.
Calle de Ocaso: Vincente Alberto Marinaro. Nato a Verona nel 1920, emigrò da bambino prima a Salta e poi a Buenos Aires. Dopo aver conseguito la cittadinanza a diciotto anni, “la voce d’oro del tango” come è stato chiamato, ha perseguito da vocalista, nell’orchestra di Hannibal Troilo e poi da compositore, il suo percorso. La Calle de Ocaso, del 1948, è una meditazione triste sul senso perduto della vita.
Cara Sucia: nasce come un brano trasgressivo, appartenente a quello che si chiamerà tango de orilla, tango marginale, fatto di strofre prostisbuilaria. È del violoncellista afrocriollo, Casimiro Alcorta, el negro Casimiro.
El Entrerriano: nasce come una composizione solamente strumentale la cui letra poi sarà di volta in volta ripresa. Il compositore è Rosendo Anselmo Mendizabal, pianista afrocriollo. È considera la prima partitura.
Melodia de Arrabal: È il primo brano di questa selezione di Mario Battistella. Nato a Monteforte d’Alpone, Verona nel 1893. In Argentina il cognome è trascritto come Batistella, con una sola “t”. Compositore, drammaturgo, traduttore e autore di numerosi testi di tango, tra questi: Al piez de la Santa Cruz, con musica di Enrique Delfino e con musica di Carlos Gardel. Del 1933, il ricordo del barrio come momento di elegia di un tempo passato.
Mi barco ya no está: del 1953, è la condizione del migrante tra la nostalgia del passato, irrecuperabile e il senso di smarrimento del presente.